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"Diario familiare"

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Diario  
familiare

Sinossi

Scoprire in una vecchia cantina un diario “lungo” 35 anni è una circostanza non comune, è un fatto eccezionale, un vero colpo di fortuna se ci accorgiamo che le prime pagine riportano come data, addirittura quella del 1883: esattamente 135 anni fa, vale a dire un altro mondo.

Rinvenuti assieme ad alcune casse di preziose lastre fotografiche della Prima Guerra Mondiale (pubblicate in appendice), i diari di Luigi Sartori narrano vicende di famiglia, di comunità, di vita e di morte ai tempi dell’Impero austro-ungarico e ben poco importa se l’ambientazione è quella di Roncogno, un minuscolo paese della Valsugana, perché le memorie, le sofferenze e le emozioni di questi scritti sono le stesse di tutto il popolo del Tirolo. Un popolo antico che visse in pace per secoli in questa terra di confine, condividendo e mescolando culture del mondo germanico con quello italiano.

Nemmeno con il giungere della guerra il racconto di Luigi si interrompe: lui continuerà anche allora, come un cronista della Storia, a documentare i fatti da un punto di vista del tutto privilegiato. Seppur passato più di un secolo da quel torno di tempo, sembra quasi di vederlo ancora oggi, Luigi Sartori, curvo ogni sera sulla sua scrivania, alla luce fioca di una lanterna annotare ininterrottamente sui suoi “Almanacchi” le notizie del giorno trascorso. Notizie a volte sintetiche e frammentate, a volte tristi o liete, ma sempre immagini di vita vissuta da protagonista e mai da spettatore. Notizie che attraversano un’epoca e che assistono attonite a un mondo che cambia e che non tornerà mai più. E se quella di Luigi è certamente la storia di un uomo dell’Ottocento, se la sapremo guardare con altri occhi ci renderemo conto, con meraviglia, che la sua è anche la nostra storia, quello che siamo e ciò che eravamo.

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